Caterina Arcidiacono Immacolata di Napoli ( a cura di) Sono caduta dalle scale I luoghi e gli attori della violenza di genere FrancoAngeli Milano 2013 Euro 28 (pubblicato su SIPCO newsletter 2014)
La violenza degli uomini sulle donne, su scala mondiale, risulta una delle cause principali di morte nella fascia d’età compresa tra i 15 e 40 anni. In Italia, un omicidio su tre avviene in ambito familiare e tra il 200 e il 2008 ci sono stai 340 casi di uomini che hanno ucciso la moglie, figli o altri familiari poi si sono suicidati. Questi sono alcuni dei dati presentati nel libro di Arcidiacono e Di Napoli che ha il grandissimo pregio di esplorare sopratutto la violenza sommersa , cioè le forme di violenza fisica e psicologica che vengono esercitate e che non sfociano necessariamente nei casi limiti che attraggono l’attenzione della stampa e del pubblico, ma che sono molto più diffuse e spesso invisibili.. Adottando una prospettiva ecologica multidimensionale, le autrici esplorano il tema della violenza a livello culturale, comunitario, individuale e relazionale, esplorando i vissuti dei molteplici attori coinvolti nel fenomeno. Particolarmente originali le indagini sui parroci che intervengono spesso in casi di violenza familiare ma senza nessun aiuto da parte di altre professionalità, e quella sui medici che sembrano timorosi nell’affrontare questa problematica. Le interviste fatte ad operatori di consultori, ambulatori di base e pronto soccorso rivelano situazioni contrastanti, dove solo in centri con alti livelli di professionalità ed impegno si riesca a costruire percorsi di solidarietà che accompagnano le vittime della violenza verso una risoluzione del problema.
Ancora più interessanti sono le indagini che documentano come l’invisibilità della violenza sulle donne derivi spesso da una condivisione di un principio di asimmetria nella relazione maschio-femmina, che appare già nelle relazioni tra fidanzati, quando le ragazze accettano di essere controllate dai loro partner e private della loro autonomia. Asimmetria che si riscontra anche nelle dinamiche relazionali di donne che si sono rivolte al Centro per le Famiglie di Napoli, dopo esperienze di separazione e divorzio. Dai casi descritti emerge anche la difficoltà delle donne nel confidarsi con i familiari, anche dopo continui episodi abuso e la loro riluttanza a denunciare il coniuge abusante. Spesso queste donne sembrano prigioniere di una cultura in cui la violenza coniugale non è considerata un reato ma quasi una prassi “normale” da tollerare e sopportare per mantenere unita la famiglia.
In altri capitoli vengono esplorate le violenze contro la popolazione trans gender che avvengono sia in famiglia che in contesti extrafamiliari , da cui emerge come nelle esperienze familiari delle persone transgender, si presenta l’impossibilità di sviluppare uno stile di attaccamento sicuro.
Particolarmente importanti sono i contributi che illustrano gli interventi finalizzati al superamento della violenza sulle donne che prendono in trattamento anche gli uomini, propongono interventi di mediazione relazionale, offrendo protezione, supporto e ridefinizione dei processi decisionali della vita familiare.
Pur affrontando il problema della violenza in una prospettiva di genere, l’approccio proposto in tutti contributi è altamente innovativo in quanto mira alla costruzione di percorsi di intervento precoce a difesa delle donne ma anche di uscire dall’ottica semplicistica della semplice demonizzazione del persecutore, cercando di analizzare gli effetti perversi della storica asimmetria tra uomo e donna, aggravata in questi tempi di crisi sociale ed economica, individuando strategie strumenti d’empowerment, nonché opportunità di prevenzione e supporto per tutti gli attori coinvolti.